Prologo

Rivisitando la vita da liceale

Hikigaya Hachiman

2° Anno – Classe F

La gioventù è una menzogna. Non è altro che il male.

Quelli che se la godono illudono loro stessi e chi li circonda: percepiscono l’intera realtà in un’ottica positiva. Anche gli errori potenzialmente letali saranno ricordati come dimostrazioni della loro gioventù.

Vi farò un esempio. Se gente del genere si dovesse dare ad atti criminali come il taccheggio o i tumulti di massa, sarebbe definita come semplice “irrequietezza giovanile”. Se dovessero fallire un esame, direbbero che la scuola non è solo un posto per studiare. La loro ricerca della “gioventù” giustifica anche queste distorsioni di norme sociali e concetti comuni.

Secondo loro le bugie, i segreti, i crimini e anche i fallimenti non sono altro che quel che rende la gioventù stimolante. E nel loro modo contorto scoprono qualcosa di strano al riguardo: pensano che mentre i propri errori siano bene o male dovuti al loro godersi la gioventù, quelli degli altri invece debbano essere sminuiti.

Se i fallimenti sono prova della propria gioventù, non è strano che non si consideri chi fallisca a fare amicizie come qualcuno che se la stia godendo al massimo? Non che a loro importi.

Alla fine, la gioventù non conta nulla. È puro opportunismo. Quindi è una truffa, piena di bugie spregevoli, di inganni, di segreti e di cattive intenzioni.

E loro sono malvagi.

In altre parole, per ironia della sorte, quelli che non idealizzano la propria giovinezza sono quelli davvero nel giusto.

In definitiva:

Riajuu[1], morite tutti.


1. Si riferisce al meme internet giapponese ‘Riajuu bakuhatsu shirou!’ che deriva da una canzone vocaloid eseguita da Hatsune Miku. Viene usato per definire chi ha una bella vita, un fidanzato o una fidanzata e che è popolare tra i suoi compagni. Viene tipicamente usato dagli otaku.